Il metodo: il piano personalizzato

NON ESISTE LA DIETA PER TUTTI, ESISTE LA DIETA MEDITERRANEA CHE SI E’ EVOLUTA CON I NOSTRI GENI NEL CORSO DI CIRCA MILLE ANNI.

Nel 1300 è stato scritto il primo libro di ricette “Liber de Coquina” dedicato al re Carlo II d’Angiò. Una cucina basata sui principali prodotti dell’Italia Meridionale: mangiare non più di 5 volte al giorno, frutta e verdura di stagione, pesce di mare e di acqua dolce, pollame, ovini e suini, di tanto in tanto carne rossa, vino e pochissimi dolci e sale (zucchero e sale erano molto costosi e solo i ricchi potevano permetterselo).

Nel 1970 Ansel Keys, fisiologo americano che aveva studiato per anni le diete nel mondo, pubblico dei libri sul modo di mangiare dei Mediterranei in cui descriveva il mangiare come sano. Circa 12-15% di proteine (soprattutto vegetali), 20-35% di grassi (sopratutto olio di oliva e grasso di gallina), 55-65% di carboidrati a basso indice glicemico come il grano saraceno, l’orzo e il farro.

Nel 2010 abbiamo stabilito che ogni ambiente influenza il corpo (modifiche epigenetiche), per esempio si forma una flora batterica particolare (microbioma) che cambia in funzione di dove e come viviamo. La globalizzazione però ci porta a mangiare cibi che non sono di stagione oppure cibi a cui non siamo abituati. Negli ultimi anni le maggiori capacità analitiche hanno messo in evidenza come la variabilità genetica in persone sane (polimorfismi) determina comunque malesseri, intolleranze e altro.

Qual è allora il metodo:

  1. stabilire quante sono le necessità caloriche di ogni persona (metabolismo basale e dispendio energetico),
  2. stabilire quali sono le problematiche nutrizionali (intolleranze/allergie; iperlipidemia; iperglicemia; malassorbimento, etc.
  3. programmare un piano settimanale personalizzato